14 Luglio 2010
Vertenza latte

“E’ saltata la trattativa del prezzo del latte”. A comunicarlo il direttore provinciale di Coldiretti Frosinone, Gianni Lisi che aggiunge. “Purtroppo eravamo stati facili profeti. Il gruppo industriale a cui fa riferimento la Centrale del Latte di Roma, non ha voluto sentire ragione e si è inchiodato sulle proprie posizioni anacronistiche e poco rispettose del lavoro della gente dei campi del Lazio. Durante l’incontro, che si è tenuto martedì in Regione, le risposte che aspettavamo non sono giunte anche se il margine c’era, ed esiste ancora, per raddrizzare la vertenza che rischia di far divenire davvero bollente la situazione e non solo per le temperature africane di questi giorni. Sembra che il progetto di rilancio della filiera del latte bovino, con adeguati finanziamenti, e la rivisitazione del prezzo, come suggerito e proposto da Coldiretti, fosse stato sposato dalla Regione e dall’assessore regionale all’agricoltura Angela Birindelli, che ha preso il posto di Battistoni da poche settimane. Ma la trattativa si è definitivamente interrotta a causa dell’irresponsabilità dei referenti della Centrale – ha aggiunto Lisi - che ha portato a far saltare la trattativa. Coldiretti si è fermata alla propria proposta minima di aumento per un prezzo di centesimi 39,90 al litro, l'industria a 37,40, a causa della indisponibilità soprattutto della Centrale. Lo stesso gruppo ha successivamente rigettato l'interessante proposta di mediazione avanzata dalla stessa Birindelli, di 38,50 centesimi al litro, importo che invece altri soggetti, come Latte Sano, avrebbero sottoscritto. La spesa di produzione per gli allevatori è di 42,54 centesimi al litro mentre il prezzo attuale è fermo a poco più di 35 centesimi per litro mentre al consumo supera un euro e 60. «Anche i 38,50 centesimi ci avrebbero permesso di ridare vitalità al settore – sottolineano Lisi ed il presidente Loris Benacquista - non dimentichiamo che a questo punto, quasi certamente,  perderemo anche i finanziamenti che la Regione aveva deciso di destinare al rilancio del comparto». Insomma siamo ad punto di non ritorno, ad una fumata nera che di fatto farà ripartire, quasi inevitabilmente, la protesta e forse anche in modo eclatante. Coldiretti tornerà in piazza puntando il dito contro «il vero responsabile della crisi del settore lattiero caseario: la Centrale del Latte di Roma». Si rischia di perdere, oltre alla dignità dei nostri soci, la nostra e quella dei consumatori – conclude amareggiato Lisi - anche i 2,2 milioni di euro per la promozione del latte laziale e l'assistenza tecnica alle imprese che la Regione Lazio sembrerebbe disposta a mettere sul piatto di una trattativa estenuante che da mesi non riesce a trovare soluzione”.  Nel 2003 le stalle attive in provincia di Frosinone erano 1.100 e consegnavano 650 quintali al giorno grazie a 83.000 capi oggi non sono neppure 1.000 e consegnano circa 402 quintali muovendo però un indotto e dando lavoro in modo davvero consistente.

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