9 Maggio 2011
VERTENZA LATTE

La Coldiretti torna sul problema legato al prezzo del latte e lo fa , ancora una volta, in modo chiaro e determinato. “Come organizzazione – commenta il direttore della sede provinciale di Frosinone, Paolo De Cesare - siamo davvero allibiti e sconcertati da questa ennesima chiusura al dialogo da parte dei responsabili delle strutture casearie invitati al tavolo provinciale che non hanno inteso partecipare ai lavori. Disertare il tavolo e quindi sottrarsi ad un civile confronto democratico evidenzia palesemente l'arroganza di una parte della filiera agroalimentare, quella appunto della trasformazione, che non ha alcun interesse a costruire percorsi di sviluppo per l'economia territoriale.  Il tavolo, infatti, doveva costituire un momento di condivisione e di pianificazione per la valorizzazione e la promozione dell'intero settore lattiero caseario e non solo una trattativa sul prezzo del latte. Su quest'ultimo punto, tra l'altro, non chiediamo la luna, ma semplicemente il riconoscimento anche agli allevatori ciociari di quanto già previsto dall'accordo regionale sul prezzo del latte.   Continueremo a spiegare ai consumatori – ha detto ancora De Cesare – che i formaggi prodotti da alcuni caseifici locali vengono spesso realizzati con latte di dubbia provenienza e, il più delle volte di scarsa qualità, benchè siano invece spacciati per formaggi ciociari”. Coldiretti non esclude forme di protesta ancor più eclatanti già annunciate e condivise nella varie assemblee organizzate. “La tensione è alle stelle tra i nostri allevatori – ha aggiunto il direttore – c’è gente che continua a ricevere addirittura meno di 30 centesimi pagando su ogni fattura 25 euro per far analizzare il prodotto. Inoltre, indubbiamente anche nel settore della cooperazione esistono forti distorsioni e su questo interverremo senz’altro in modo corretto e chiaro smascherando quanti procurano danno ai produttori. Noi, come al solito, ci metteremo la faccia, oltre all’impegno, ma siamo certi che i consumatori saranno dalla nostra parte, così come i rappresentanti delle Istituzioni. Lavoreremo,  anche in sinergia con la Provincia, per trovare alternative alla consegna del latte nelle strutture i cui responsabili, con l’assenza al tavolo, hanno dimostrato poca correttezza oltre che nei confronti delle rappresentanze agricole e degli allevatori anche nei confronti delle Istituzioni”. “Oggi abbiamo una riunione a livello regionale – rileva Loris Benacquista, presidente Coldiretti Frosinone – e mi farò portavoce, con De Cesare, di quanto accaduto venerdì chiedendo, per quanto possibile, di trovare percorsi alternativi per la consegna. Subito dopo pianificheremo le altre tappe di una protesta che, purtroppo, superata la fase della diplomazia, si profila ormai inevitabile a causa dell'esasperazione per una situazione non più sostenibile”.  

I NUMERI
Complessivamente, rileva la Coldiretti,  in un anno sono arrivati 9 miliardi di chili in equivalente latte (fra latte liquido, panna, cagliate, polveri, formaggi, yogurt e altro) utilizzati in latte a lunga conservazione, latticini e formaggi all’insaputa dei consumatori italiani e a danno degli allevatori perché non è obbligatorio indicare la provenienza in etichetta. In altre parole tre litri di latte a lunga conservazione sui quattro venduti in Italia con marchi del Made in Italy sono in realtà già stranieri senza indicazioni per il consumatore come pure il latte impiegato in quasi la metà delle mozzarelle sugli scaffali. Nel Lazio le imprese attive nel 2009/2010 nella produzione di latte vaccino sono 1.705 per circa 87.300 capi in produzione.
La produzione di latte vaccino laziale ammonta a circa 3.760.000 quintali. In provincia di Frosinone sono oltre 600 le imprese zootecniche con più di 1.500 persone impegnate quotidianamente nel settore. A tutto ciò si devono aggiungere i numeri relativi all’indotto che non è quantificabile. I quintali prodotti ogni giorno superano quota 500.

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