“La situazione nel settore latteario-caseario è sempre più critica per i produttori laziali. Come se non bastassero le classiche dinamiche, che vedono l’industria in una posizione dominante e gli agricoltori relegati a un ruolo subalterno, a destare preoccupazione è l’immobilismo della Regione e l’assenza di progettualità dell’assessore competente, Enrica Onorati. Il prezzo praticato dalle industrie che raccolgono il latte vaccino laziale è ben al di sotto dei costi di produzione, con conseguenze disastrose per gli allevatori che comunque, per forza, devono ogni giorno consegnare il latte munto trattandosi di un alimento altamente deperibile. Per questo è necessario che, all’interno della concertazione in atto sul testo unico del commercio della Regione Lazio, vengano apportate le opportune modifiche che facilitino l’adeguamento del prezzo corrisposto ai produttori, fortemente penalizzati dalle speculazioni. Le importazioni di latte, nel Lazio, stanno raggiungendo livelli record: secondo le nostre valutazioni vengono importati nella regione circa 4,5 milioni di quintali equivalenti di latte tra latte liquido, formaggi, cagliate e altro, ben al di sopra della produzione degli allevatori laziali. Una situazione paradossale che Coldiretti ha denunciato anche oggi, durante il tavolo sul latte che si è tenuto in Regione, così come l’assegnazione al comparto industriale di ingenti risorse del PSR che avrebbero dovuto essere destinate agli agricoltori, garantendo equità".
Lo comunica in una nota David Granieri, presidente Coldiretti Lazio, il quale aggiunge: "Il principio ci sembra chiaro: chi vuole attingere a queste risorse dovrebbe contribuire allo sviluppo del settore e non affossare una sua componente imprescindibile. In tal senso auspichiamo che venga formato subito anche un comitato di sorveglianza per verificare il pieno rispetto delle regole”.