23 Agosto 2010
POMODORI

Viterbo: allarme per le difficoltà della campagna del pomodoro da industria

Passano i giorni e crescono i problemi per i produttori di pomodoro della nostra provincia che stanno vivendo una generale difficoltà in questa  campagna.
Un'annata di produzione che si era presentata sotto i migliori auspici, prodotto ottimo e sufficiente, rischia di essere compromessa da atteggiamenti che mettono in discussione le condizioni pattuite e danneggiano i produttori. L’avvio lento nella fase di ricevimento del prodotto che non trova alcuna giustificazione e costringe i produttori ad una inaccettabile "pressione" materiale e psicologica, unita ad una valutazione qualitativa del prodotto spesso non congrua, per non dire vessatoria rischia di provocare effetti economici disastrosi e di mettere al tappeto tutti i produttori di pomodoro per l’industria. Tutto ciò sta alimentando inevitabilmente un giustificato e diffuso malcontento amplificando la situazione di difficoltà che si registra nel comparto del pomodoro da industria nella nostra provincia e non solo. Le imprese agricole, dopo aver coltivato e portato a produzione nelle proprie aziende il fatidico 'oro rosso', si vedono negata la possibilità di conferire il prodotto alle industrie di trasformazione con le quali, tramite le proprie organizzazioni di produttori, hanno programmato la coltivazione, come obbligano le normative comunitarie. I rapporti  di filiera che hanno portato alla sottoscrizione dell’accordo-quadro pluriennale e la volontà di procedere verso la comune promozione dei prodotti derivati di pomodoro, richiedono un impegno straordinario da parte di tutti. “ richiediamo alle istituzioni – afferma Daniele Nassi, presidente della sezione Coldiretti di Tuscania- di vigilare sull'applicazione e sul rispetto dei contratti e delle norme anche isolando e marginalizzando chi opera senza il rispetto degli accordi. Tutto ciò è ancora più importante a tutela dei produttori e dei consumatori che si vedono in balia di chi, senza scrupolo continua a far diventare italiano ciò che italiano non è a discapito delle nostre vere e tradizionali produzioni. L’ultimo sequestro di Reggio Emilia dove una ditta ha messo in commercio bustine di doppio concentrato di pomodoro destinate all’esportazione a Paesi esteri etichettandole come prodotte in Italia, mentre in realtà è emerso trattarsi di una miscela di doppio concentrato di pomodoro con prevalenza di quello proveniente dalla Cina è soltanto una goccia nel mare della contraffazione. Purtroppo questo fenomeno è in forte espansione cosi come le importazioni dall’estero di prodotti a base di pomodoro provenienti dalla Repubblica Popolare Cinese che una volta giunte in Italia vengono vendute come produzioni italiane. É indispensabile  - conclude Nassi - procedere con la battaglia per una etichettatura chiara e trasparente che metta in risalto l’origine della materia agricola e dia la possibilità al consumatore di fare scelte consapevoli”. Ai cittadini chiediamo di avvalersi gratuitamente del numero verde 800020320 che è attivo su tutto il territorio nazionale a cui rispondono i militari del Comando carabinieri politiche agricole e alimentari per segnalare eventuali frodi.

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