7 Maggio 2012
Per uno sfortunato associato

Importante e lungimirante azione  del patronato Epaca di Coldiretti. Per uno sfortunato associato del patronato affetto da gravi handicap causati dal farmaco talidomide, grazie alla caparbietà dell’operatore del patronato Marilena Tombolillo, è stato riconosciuto, così come previsto dalla legge n. 244 del 24/12/2007, un indennizzo mensile di euro 4.000,00 oltre a degli arretrati pari a circa 190.000,00 euro. Dopo l’inoltro della richiesta al Ministero della Salute, in ottemperanza a quanto previsto dalla legge di cui sopra e dal decreto ministeriale del 2 ottobre 2009, n. 163, la Commissione Medica ospedaliera di Roma ha trasmesso il verbale  con giudizio positivo. In pratica – spiega Marilena Tombolillo, operatore del patronato EPACA di Coldiretti - è stato accertato il nesso causale tra la talidomide e l’infermità focomelia. Lo sfortunato oltre a percepire una pensione di circa 4.000,00 euro mensili si è visto assegnare anche arretrarti per un importo vicino ai 94.000,00 euro (oltre a 94.000,000 euro per i familiari che danno assistenza) per il periodo che va dal 1 gennaio 2008 al 31.12.2011.L’indennizzo,sotto forma di vitalizio, rappresenta una concreta risposta, dopo quasi mezzo secolo. I danni su queste sfortunate persone sono stati causati da un farmaco, successivamente eliminato dal mercato, che fu somministrato alle donne in gravidanza a cavallo degli anni ‘60. Utilizzato come sedativo, infatti, questo farmaco arrecava danni con malformazioni neonatali che in Italia sono stati stimati in migliaia di casi mentre in tutto il mondo i casi hanno superato le 20.000 unità. La focomelia è un raro difetto che impedisce la crescita delle ossa lunghe. Purtroppo su questa materia esiste ancora oggi poca conoscenza ed anche per questo che il patronato Epaca di Coldiretti ricorda di essere a disposizione per eventuali richieste o verifiche di possesso dei requisiti. Il farmaco talidomide, venduto in tutta Europa con 40 nomi diversi, fu fortunatamente ritirato dal mercato quando ci si rese conto, grazie al lavoro di scienziati e giornalisti,  che nei test non era mai stato somministrato a pazienti in gravidanza. Un errore tremendo che ha causato in moltissimi casi anche il decesso di vite innocenti.

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