23 Novembre 2016
PASTORI IN PIAZZA A ROMA

In piazza, al Foro di Traiano, la guerra d’indipendenza dei pastori romani e laziali che rivendicano l’originalità e la diversità del loro pecorino da quello prodotto in Sardegna, che di fatto oggi monopolizza la produzione Dop del pregiato formaggio. Nel cuore della Capitale sono arrivati questa mattina allevatori e trasformatori da tutta la regione. Hanno manifestato per ottenere una politica di filiera che differenzi sul mercato la produzione laziale da quella sarda. “Chiediamo al Consorzio di Tutela del pecorino romano Dop – ha detto David Granieri, presidente della Coldiretti del Lazio – di introdurre un nuovo marchio di riconoscimento che indentifichi e valorizzi il pecorino prodotto a Roma e nel Lazio e di aprire proprio qui, a Roma, una sede del Consorzio (la sola finora esistente si trova in Sardegna) per gestire la filiera laziale in piena autonomia da quella isolana. Infine siamo in attesa che il Ministero delle Politiche Agricole istituisca comunque anche la nuova Dop del Cacio Romano che abbiamo richiesto – ha aggiunto Granieri – per valorizzare adeguatamente tutta la produzione laziale che oggi non confluisce nella Dop del pecorino”. La battaglia dei pastori punta, tuttavia, anche ad ottenere la stabilità del prezzo del latte ovino perché “non possiamo correre il rischio che l’annuncio di un surplus produttivo di latte, poi smentito dalle verifiche, finisca per abbattere il prezzo riconosciuto ai pastori, vero anello debole della filiera”. In piazza, per sostenere le rivendicazioni degli allevatori romani e laziali, c’erano anche il presidente del consiglio comunale di Roma, l’assessore regionale all’agricoltura e il presidente del Lazio. “Siamo al vostro fianco a difesa della identità di un prodotto che ci appartiene per storia. Non accetteremo mai – ha detto Nicola Zingaretti – politiche che possano distruggere l’economia della nostra regione. È inammissibile che dietro l’aggettivo Romano ci siano tutti tranne quelli che il pecorino lo hanno inventato. Come se ovunque si potesse produrre champagne, tranne che nelle campagne francesi”. “Questa non è la battaglia del Lazio contro qualcuno, ma un’iniziativa per difendere la pastorizia e le distintività regionali” ha detto il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo.   

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