4 Settembre 2010
LA PROTESTA DEI PASTORI CIOCIARI ARRIVA A ROMA

Per la prima volta la protesta dei pastori ciociari arriva a Roma dove a partire dalle ore 10,00 di lunedì prossimo, 6 settembre 2010, si sono dati appuntamento, in  Via XX Settembre 20, davanti al Ministero delle Politiche Agricole, gli allevatori provenienti oltre che dalla Ciociaria anche dalla Sardegna, dalle altre province del Lazio, dalla Toscana, dalla Sicilia, dall’Umbria e da altre regioni italiane, per sostenere la piattaforma di mobilitazione della Coldiretti a difesa di un patrimonio economico, sociale, ambientale e culturale unico del Made in Italy. A comunicarlo è Gianni Lisi, direttore provinciale che aggiunge - “I pastori offriranno i veri formaggi pecorini ciociari insieme a quelli delle altre regioni per far conoscere il frutto del proprio lavoro di cui racconteranno le speranze, le difficoltà e le contraddizioni con la sveglia alle 5 del mattino per la prima mungitura da ripetere nel pomeriggio per ottenere da ogni pecora circa un litro di latte al giorno che viene sottopagato fino a circa 60 centesimi al litro mentre solo i costi di allevamento si avvicinano all’euro. Ci sarà anche la presenza di una rappresentanza delle sette  milioni di pecore a rischio di scomparsa”.  Interverrà – ha sottolineato Lisi che sarà presente insieme con il presidente provinciale Loris Benacquista e ad una folta delegazione frusinate  di allevatori - il presidente nazionale della Coldiretti Sergio Marini per illustrare i contenuti delle proposte per fronteggiare la grave crisi della pastorizia, con iniziative sul piano politico-istituzionale e su quello del mercato, dove il latte viene sottopagato dalle industrie a livelli insostenibili per gli allevatori.Alla manifestazione sarà presente anche il direttore regionale della Coldiretti del Lazio il frusinate Aldo Mattia. La prima regione di allevamento in Italia è la Sardegna con 3 milioni di quintali, Sicilia con 700mila quintali, il Lazio con 600mila, la Toscana con 500mila. “Le aziende piu' competitive riescono a difendersi spiega ancora Lisi -  ma le difficoltà permangono forti in una realtà molto frammentata e caratterizzata da piccole entità produttive. La quasi totalita' delle aziende ciociare conta su un numero di capi compresi tra 1 e 99, e dispone di una superficie compresa tra i 2 e i 5 ettari. Da dati recenti il 41 per cento dei capi si trova in provincia di Viterbo, segue Roma con il 31 per cento, Rieti con il 13, Frosinone con l'11 e Latina con il 5. Negli ultimi 12 mesi nel Lazio risultano aperte 8.782 aziende, di cui 7121 di ovini, 835 di ovini e caprini, 826 di soli caprini. Il numero di capi nella regione è pari a 760.903 totali, di cui 715.397 ovini, 45.506 caprini. La maggioranza delle imprese presenta un numero di capi compreso tra 1 e 99 mentre la maggioranza di animali (45% ) e' detenuto da aziende che posseggono un numero di ovini compreso tra 100 e 499. Interessanti al riguardo anche i dati relativi agli ultimi 12 mesi: su un totale di 8.287 allevamenti aperti, nel Lazio ne risultano chiusi 3181, a Roma, su 2308, hanno chiuso invece i battenti 1039. Di contro si riscontra, in analogia ad altre realta' agricole, a fronte di una diminuzione della aziende un aumento del numero dei capi, da parte di entita' produttive piu' consistenti. Un risultato che, lega alle difficolta' sopra menzionate, anche la necessita' di una modernizzazione del settore.

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