11 Luglio 2015
EXPO: A MILANO LA RINOMATA NOCCIOLA DI VITERBO, IL COREGONE DI BOLSENA, LABORATORI DEL GUSTO E DEGUSTAZIONI GUIDATE TRA I SAPORI DELLA TUSCIA


Oggi, sabato 11 luglio, all’Esposizione Universale di Milano, presso il padiglione Coldiretti, all’inizio del Cardo, Ingresso sud, in mostra il meglio della cultura, dei sapori e della tradizione agroalimentare della Tuscia.
Innanzitutto la prestigiosa e famosissima nocciola di Viterbo, punta di diamante della produzione dell’intera provincia, seconda in Italia per la sua produzione. Una coltivazione, quella dei noccioleti, che nel tempo è diventata una delle fonti principali di reddito della zona oltre che un elemento caratterizzante dei paesaggi dell’intera Tuscia.
La qualità della nocciola viterbese è apprezzata in tutto il mondo e utilizzata in diverse preparazioni anche per le sue capacità nutritive. I visitatori di Expo, hanno così l’occasione di degustare pasta di nocciole e soprattutto la famosa nellina, proveniente dalle aziende agricole che operano nel territorio.
Con circa 18mila ettari di piantagioni e una quantità annua di 40 mila tonnellate, pari al 5% di quella mondiale, la provincia di Viterbo, a partire dagli anni Novanta, ha conquistato il primato nazionale della produzione di nocciole. La coltivazione nella provincia laziale è estesa in 30 comuni (in 15 dei quali rappresenta la principale attività agricola) e coinvolge più di 8 mila famiglie.
In Italia la superficie destinata alla produzione di nocciole è concentrata principalmente in 4 regioni: Piemonte, Lazio, Campania e Sicilia. Le province che tradizionalmente si dedicano al settore sono Cuneo, Viterbo, Roma, Avellino, Napoli e Messina.
Dal punto di vista delle varietà la ''Tonda gentile romana'' è la più diffusa in provincia di Viterbo e a livello nazionale. La varietà è molto apprezzata dalle industrie di trasformazione per le maggiori garanzie di uniformità del prodotto e per la buona adattabilità a diverse condizioni ambientali e climatiche.
Le altre varietà coltivate nella Tuscia, che rappresentano il 10% degli impianti, sono il ''Nocchione'' e la ''Tonda di Giffoni'', che assolvono anche la funzione di impollinatrici. La varietà ''Tonda gentile romana'' della Tuscia ha ottenuto la ''Denominazione transitoriamente protetta'', ultima fase prima del riconoscimento comunitario della Dop.
Per i sapori della Tuscia: mieli del territorio, lombrichelli con coregone affumicato, frittata con gli strigoli, crema all’aglio rosso, crema di porcini, crema di carciofi tartufata, zuppa di ceci e rosmarino, spezzatino di agnello a buglione con patata,  focacce fatte in casa, alla presenza del comitato medico nutrizionista del dottor Carlo Iacovissi.
Nel pomeriggio, “La filiera del pesce di Bolsena ed il viaggio tra le specie ittiche del lago”, con diapositive, filmati, focus sul museo territoriale e l'acquario di Bolsena con degustazione di prodotti della pesca e tipici del territorio, accompagnati dai vini della Tuscia, facenti parte del circuito Vulcanic Wines con la partecipazione della dottoressa Imola Bellavita, biologa.  In contemporanea l'aperitivo a km zero “alimentazione e gestione del tempo” col dottore Carlo Iacovissi.
La scelta di Coldiretti di invitare il Museo Territoriale del Lago di Bolsena e Acquario nasce da una profonda consapevolezza che la conoscenza ed il rispetto del territorio porti ad una buona gestione di tutte le attività produttive e ad un miglioramento degli standard di qualità dei prodotti agro-ittici.
L’Acquario nasce infatti con uno scopo prettamente divulgativo e di conoscenza delle specie ittiche del Lago di Bolsena, unico nel suo genere poiché ospita solo specie ittiche di acqua dolce. La straordinaria biodiversità presente nel territorio dell’Alta Tuscia offre l’occasione di far percepire al visitatore il lago non solo come una risorsa turistica ma anche come una risorsa naturale da conservare e rispettare. Obiettivo del Museo Territoriale del Lago di Bolsena e Acquario è, oltre a far conoscere la storia della civiltà del luogo, quello di portare a conoscenza di tutti lo straordinario equilibrio che si nasconde nelle acque del lago,  per rispettarlo ed avere maggiore consapevolezza anche nell’avvicinarsi al consumo dei prodotti ittici locali.
La valorizzazione di tali produzioni vuol dire innanzitutto conoscerle, conoscere l’ambiente dove vivono e la loro storia. Da qui il feeling tra le idee di chi si occupa di divulgazione ambientale e di chi si occupa di prodotti agro- ittici di qualità è stato quindi immediato, naturale ed innovativo.

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