10 Febbraio 2014
CROCETTI (CONSORZIO DI BONIFICA):GLI ALLARMISMI NON SERVONO RIPRISTIAMO UN CLIMA COSTRUTTIVO BASATO SULLA VERITA’

“E’ assolutamente sconcertante, o quantomeno singolare, l’atteggiamento assunto dai sindacati nei confronti del più importante Consorzio di Bonifica del Lazio, quale il C.B. dell’Agro Pontino che ho l’onore di presiedere, provocando allarmismi assolutamente inutili.
Quanto riportato dagli organi di stampa a proposito di preoccupazioni catastrofistiche assolutamente esagerate da parte dei sindacati risulta poi essere del tutto ingeneroso nei confronti del Consiglio di Amministrazione dell’Ente, il quale cerca di far fronte alle svariate emergenze in splendida solitudine, così come viene confermato dallo sconcertante atteggiamento del sindacato che pare voglia disinteressarsi dei veri problemi che deve affrontare quotidianamente il Consorzio, per rifugiarsi nella più comoda – e per la verità ormai anacronistica – logica post-sessantottina e barricadera della difesa di presunti diritti lesi”.
È quanto afferma in una nota Carlo Crocetti, Presidente del Consorzio di Bonifica dell’Agro Pontino in risposta degli articoli di stampa diffusi negli ultimi giorni dai vertici sindacali di Fai Cisl, Fai Cgil e Filbi Uil a proposito dei ritardi registratisi per il pagamento degli stipendi del mese di gennaio.
“Per intanto forniamo ai sindacati – continua la nota del Consorzio -  una clamorosa notizia: gli stipendi dei dipendenti sono già stati pagati con flussi finanziari del 6/2/2004, nel mentre cioè i segretari provinciali dei sindacati erano impegnati ad elaborare clamorose strategie di protesta. Bastava informarsi meglio presso i competenti uffici amministrativi del Consorzio e si sarebbe evitato di minacciare la classica tempesta in un bicchier d’acqua.
Ma non tutto il male viene per nuocere: cogliamo l’occasione per informare i vertici sindacali e l’opinione pubblica su alcune vicende in cui versa non solo questo Ente, ma l’intera rete dei dieci Consorzi di Bonifica operanti nel Lazio.
Credo che sia ben nota, a quanti ci hanno seguito da vicino sulla stampa nel corso degli anni, la paradossale situazione in cui versano i Consorzi di Bonifica laziali: a fronte del loro operato, la Regione ha accumulato un debito nei loro confronti che ormai ha superato i cinquanta milioni di euro. Di questo enorme credito, il nostro Consorzio vanta la fetta più consistente, dal momento che siamo ormai nell’ordine di circa 13 milioni che non ancora sono stati accreditati nelle nostre casse. C’è da aggiungere inoltre la considerevole somma (si parla sempre di svariati milioni di euro) che l’Ente non riesce ad incassare da Acqualatina, come è ormai purtroppo noto, nonostante le numerose condanne giudiziarie che quest’ultima ha collezionato negli anni, condanne che continua pervicacemente ad ignorare.
Ebbene, per cercare di trovare rimedio a questa incredibile situazione, il Consorzio di Bonifica dell'Agro Pontino è stato il primo consorzio d'Italia che ha avviato la procedura di certificazione dei propri crediti nei confronti della Regione, decisione questa mutuata dall’Associazione Regionale delle Bonifiche a cui fanno capo i restanti 9 Consorzi operanti nella Regione.
In virtù di tale procedura sono state presentate alla Regione Lazio le pratiche inerenti i crediti vantati dal Consorzio ed attualmente si è nella fase di attesa della certificazione di detti crediti da parte della Regione; certificazione essenziale per poter “scontare” detti crediti con il sistema bancario e poter finalmente far fronte ai fornitori, oltre che poter finalmente contare su una provvista finanziaria che possa dare maggiore tranquillità gestionale all’Ente nel prossimo futuro.
Ecco perché risultano assolutamente fuori luogo le considerazioni dei sindacati in merito al ricorso al fido bancario a cui è costretto a ricorrere il Consorzio, nonostante gli attivi di bilancio che fa registrare negli ultimi anni.
I sindacati dovrebbero quantomeno immaginare che se un Ente, quale questo Consorzio di Bonifica, non riesce ad incassare importi che risultano essere complessivamente dell’ordine di decine di milioni di euro, è costretto a svolgere le sue funzioni facendo ricorso alle residue entrate (contributi associativi dei consorziati) ed al fido bancario. E se poi ci sono problemi tecnici con la banca tesoriera non si capisce come si possa risolvere altrimenti se non attraverso l’operato dell’amministrazione tendente a risolverli nel migliore dei modi e nel minor tempo possibile, nonché – va sottolineato – alla pazienza della banca che continua ad attendere che il problema venga al più presto risolto in virtù degli accreditamenti delle cospicue somme che il Consorzio vanta, come già detto, dalle Pubbliche Amministrazioni e dagli Enti come Acqualatina.
“Piuttosto che continuare a riproporre il solito schema della minaccia dello sciopero quale grimaldello da esibire minacciosamente nei confronti di una Amministrazione che sta facendo di tutto, di volta in volta, per far fronte in splendida solitudine ai ricorrenti momenti di carenza di liquidità – continua il Presidente Crocetti nella sua nota – questa volta mi sarei aspettato finalmente un atteggiamento diverso, mi si consenta, più maturo da parte del sindacato; un atteggiamento cioè che tendesse ad elaborare una strategia di pressione sindacale tendente ad affiancare solidalmente il Consiglio di Amministrazione del Consorzio nella sua azione di recupero dei crediti nei confronti della Regione Lazio mediante la certificazione degli stessi”.
Per quanto attiene inoltre alle nomine dei dirigenti, si fa presente che a norma del vigente Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, le stesse possono essere effettuate sia a tempo indeterminato che a tempo determinato. Come e ben a conoscenza delle Organizzazioni Sindacali, i direttori generali possono essere pertanto assunti tempo determinato ai sensi dell'articolo quattro del predetto contratto nazionale.
Nel caso di specie, oltre a non esserci stato uno sperpero di denaro pubblico (gli importi contrattualmente previsti per l’attuale Direttore Generale sono sostanzialmente gli stessi di quelli che venivano erogati all'ultimo Direttore Generale assunto a tempo indeterminato), vi è un preciso obiettivo dell'amministrazione di avvalersi della professionalità di un manager di consolidata e qualificata esperienza presso importanti organismi pubblici, fissando obiettivi da raggiungere in un arco temporale ben determinato.
Per quanto attiene invece l’ing. Marcheselli, dipendente inopportunamente chiamato in causa nelle note sindacali riportate dagli organi di stampa, lo stesso non è stato nominato dirigente ma allo stesso è stato conferito un compito ben preciso, con durata molto limitata nel tempo, al fine di permettere al nuovo Direttore Generale di meglio approfondire nel minor tempo possibile la complessa “macchina” Consortile, senza che l’attività amministrativa di manutenzione propria dell’ente potesse in qualche modo subire stalli o ritardi;
Si coglie infine l’occasione, una volta per tutte, di entrare nel merito su quanto dichiarato dalle OOSS secondo cui il Consorzio non ha a disposizione le somme per pagare "le percorrenze, utilizzo del mezzo proprio, polizza casco, straordinari, ecc. …" Oltre a non essere vero per quanto già sopra riferito, l’argomento appare del tutto fuori luogo con le problematiche della nomina del nuovo Direttore Generale ovvero dell'incarico conferito all'ingegner Marcheselli. Appare invece evidente il fatto di voler innestare una inutile e pretestuosa polemica su fatti che non hanno alcuna relazione fra di loro;
Entrando invece nel merito delle suddette dichiarazioni e senza voler fare inutili polemiche, va però sottolineato che non si capisce perché le OOSS, che sbandierano ancora una volta la minaccia di far  astenere i propri iscritti dall'effettuare straordinari e dall'utilizzo del mezzo proprio non indicano, con altrettanta chiarezza a tutta la cittadinanza, che – per quanto ci è dato sapere - quelli del Consorzio di Latina sono gli unici dipendenti di Consorzi di Bonifica d'Italia che, attraverso un accordo tra le stesse organizzazioni sindacali ed un “commissario ad acta” a suo tempo nominato dalla Regione Lazio, possono usufruire della riduzione di due ore dell'orario di lavoro settimanale (da 38 a 36 ore settimanali); dipendenti che poi si vedono "costretti" ad effettuare straordinari.
Su tale punto si registra ovviamente l’assordante silenzio delle organizzazioni sindacali, che preferiscono glissare l’argomento anche in un periodo di crisi sia di lavoro che economica come quello che si sta attraversando.
“Dal momento che il Consorzio di Bonifica dell’Agro Pontino, come tutti gli altri Enti similari, ha ragione di esistere essenzialmente per promuovere azioni di bonifica e tenuta del territorio e dell’ambiente in favore sia dei consorziati che delle popolazioni che insistono sul territorio di sua competenza - conclude la nota – questa amministrazione, non appena avrà definitivamente chiuso questo annoso problema del recupero dei crediti vantati nei confronti delle Amministrazioni Pubbliche, intende celermente affrontare questa problematica anche attraverso il ricorso alla contrattazione aziendale prevista dalle recenti novità in campo lavoristico, con lo scopo di ridurre i propri costi gestionali e nell’ottica di una indispensabile riorganizzazione dei Consorzi di Bonifica Regionali che il nostro Ente intende concorrere a promuovere.”

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