1 Novembre 2024
Coldiretti Lazio pronta alla mobilitazione per salvare agricoltura in crisi. Inascoltate da Assessore Righini richieste di Tavoli di crisi: “Rocca intervenga”

David Granieri

Dal calo di oltre il 50% delle nocciole, alle pecore sbranate dai lupi che stanno uccidendo migliaia di ovini e caprini, con perdite che arrivano fino a 250 mila capi e pastori costretti a dormire in auto per sventare attacchi ai loro allevamenti allo stato brado, fino al latte di bufala congelato che arriva dall’estero, utilizzato per realizzare le mozzarelle con il fusore. Sono solo alcuni dei problemi sollevati da Coldiretti Lazio, che ha chiesto all’assessore regionale all’Agricoltura, Giancarlo Righini, dei tavoli di crisi su questa questione.

“Siamo pronti alla mobilitazione – spiega il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri -Continuiamo da mesi a sollecitare l’assessore competente affinché affronti le numerose problematiche che affliggono il mondo agricolo, ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Ecco perché chiediamo l’intervento del Presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca. La situazione per i nostri agricoltori è drammatica, con cali della produzione che non arrivano a coprire neanche i costi. E questo accade per diverse filiere, dalle nocciole al latte di bufala, solo per citarne alcune, fino alla fauna selvatica, che sta devastando i raccolti e aggredendo i capi ovini e caprini”.

La prima richiesta di Coldiretti Lazio relativa alla convocazione di un Tavolo di crisi inviata all’assessore regionale all’Agricoltura, Giancarlo Righini, risale allo scorso 24 settembre, nella quale si chiedeva uno stop al latte di bufala congelato, ma anche alla cagliata estera e all’utilizzo improprio del fusore e uno stanziamento di 15 milioni di euro da destinare agli allevatori e per la polverizzazione del latte congelato. A cui ha fatto seguito un esposto presentato da Coldiretti Lazio alla Repressione Frodi e la richiesta di un ulteriore Tavolo di crisi per il settore delle nocciole, con un calo registrato che supera il 50% in meno del raccolto, con punte del 70% in alcune zone e lo stanziamento di 5 milioni di euro per un fondo mutualistico. Altri 5 milioni di euro sono stati richiesti per realizzare un piano di ricostruzione del patrimonio ovicaprino.

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