10 Novembre 2014
COLDIRETTI LAZIO: OLIO D’OLIVA, PRIME STIME PREVEDONO CALO DI QUASI IL 40% DELLA PRODUZIONE


Coldiretti Lazio chiede un incontro urgente con l’Assessore all’Agricoltura della Regione, Sonia Ricci per affrontare il dramma dei produttori laziali, visti i dati appena pubblicati da ISMEA, secondo i quali per il 2014, si prevede una stagione che “può definirsi pessima in maniera quasi uniforme” con stime che indicano, nel Lazio un -37% di produzione, soprattutto a causa del clima che non ha permesso la normale allegagione delle piante. 
Il livello di produzione atteso è di circa 12.000 tonnellate, un quantitativo assolutamente insoddisfacente, sempre secondo l’Istituto per i Mercati agricoli, che si accompagna ad una stagione della molitura aperta in ritardo e con molte strutture che probabilmente non apriranno affatto per assenza di prodotto.
Una previsione allarmante che non riguarda però solo l’aspetto quantitativo ma anche quello qualitativo, anch'esso previsto negativo, a causa dei numerosi attacchi della mosca olearia che hanno determinato una caduta anticipata delle olive.   
La superficie interessata dalla flessione della produzione è di 86 mila ettari di superfici (il 7,2% degli uliveti attivi in Italia), coinvolge 128 mila olivicoltori di cui 1.380 ricompresi nel circuito delle 4 Dop dell'olio d'oliva attive in regione e oltre 300 frantoi che hanno subito gli effetti di un cambiamento climatico caratterizzato da un inverno mite e una estate piovosa che ha influenzato sia la fioritura che l’allegagione, oltre che favorire lo sviluppo di patologie come l’occhio di pavone che ha indebolito  le piante e determinato l’impossibilità di eseguire i normali trattamenti.       
Per questo Coldiretti Lazio ha chiesto un incontro urgente con l’Assessore all’agricoltura della Regione Sonia Ricci per affrontare insieme la situazione che l’Organizzazione agricola prevede più grave e drammatica delle attuali stime.
“Si tratta – ha affermato il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri -  di concertare le misure più adatte a tutelare il reddito dei produttori, la qualità dell’olio d’oliva laziale ed evitare inganni al consumatore che potrebbe trovarsi di fronte prodotto straniero, spacciato per Made in Italy”.

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